Frequenze alle quali i suoni disturbano e come reagisce il cervello
I neuroscienziati dell'Università di Ginevra (UNIGE) e degli ospedali universitari di Ginevra (HUG) hanno ora cercato di analizzare cosa succede nel cervello quando le persone sentono queste frequenze.

Alcuni suoni, come il clacson di un'auto o un grido umano, disturbano l'ascoltatore. Anche i suoni di allarme sono caratterizzati da fluttuazioni sonore ripetitive, che di solito si trovano in frequenze all'interno di un certo intervallo. Ma quando si sente un suono all'interno di queste frequenze, cosa succede nel cervello per mantenere l'attenzione dell'ascoltatore a tal punto?
I neuroscienziati dell'Università di Ginevra (UNIGE) e degli ospedali universitari di Ginevra (HUG) hanno ora cercato di analizzare cosa succede nel cervello quando le persone sentono queste frequenze. I loro risultati, pubblicati su Nature Communications, hanno identificato quali frequenze sono percepite come approssimative.
I ricercatori hanno condotto esperimenti con partecipanti a cui è stato fatto ascoltare vari suoni con frequenze comprese tra 0 e 250 Hz. Abbiamo quindi chiesto ai partecipanti quando hanno percepito i suoni come ruvidi (distinti l'uno dall'altro) e quando li hanno percepiti come lisci (che formano un suono continuo e unico), ha affermato il ricercatore Luc Arnal in una dichiarazione rilasciata dall'UNIGE.

I ricercatori sono riusciti a stabilire che il limite superiore della rugosità del suono è intorno ai 130 Hz, mentre i suoni considerati intollerabili erano principalmente tra i 40 e gli 80 Hz. Quando i suoni sono nella gamma morbida, viene attivato il sistema uditivo convenzionale. Ma quando i suoni sono percepiti come aspri (specialmente nella gamma 40-80 Hz), inducono una risposta persistente che recluta inoltre un gran numero di regioni corticali e subcorticali che non fanno parte del sistema uditivo convenzionale. Queste regioni sono legate all'avversione e al dolore, ha affermato Arnal nella dichiarazione dell'università.
Questa è la prima volta che è stato dimostrato che suoni tra 40 e 80 Hz mobilitano queste reti neurali, sebbene queste frequenze siano state utilizzate per molto tempo nei sistemi di allarme.
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