'Il commento sociale è un must': Taposh Chakravorty sul suo nuovo romanzo e sulla narrativa poliziesca in evoluzione
Taposh Chakravorty nel suo libro, The Devil Tree, lascia che il suo detective disoccupato Papi risolva un mistero di omicidio ambientato nella capitale. Il risultato è un giallo avvincente e grintoso.

La narrativa poliziesca, nel corso degli anni, è diventata un genere che ha un modello non detto. Il detective è inevitabilmente accompagnato da un amico o da un compagno di compagnia. L'intelletto del protagonista è al di là della portata umana generale, evocando meraviglia e stupore. Di recente, i personaggi sono diventati più umani e anche il detective. Ora sono imperfetti, soggetti al rimprovero piuttosto che alla riverenza.
A questo proposito, scrive l'autore Taposh Chakravorty L'albero del diavolo e lascia che il suo detective Papi, volontariamente disoccupato, risolva un mistero di omicidio ambientato nella capitale. L'autore ha parlato con indianexpress.com sulle sue influenze e sul motivo per cui ha scelto un tale detective.
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Estratti.
Il tuo romanzo, L'albero del diavolo presenta un investigatore piuttosto esistenziale, Papi. Questo è un allontanamento dai detective con cui siamo cresciuti leggendo, come Ray's Feluda o anche Sherlock. La mente del detective è per lo più sigillata in cerca della nostra ammirazione e non dell'empatia. Qual è stata la tua ispirazione?
L'investigatore acuto, intelligente e invulnerabile è passato da tempo, così come la narrativa poliziesca hard-boiled. Questi appartenevano all'era dell'ottimismo. Dagli anni '70, il nuovo giallo soft-boiled, con un investigatore imperfetto è diventato la norma, anche se non ancora in India. Mi sono piaciuti Henning Mankell, Ian Rankin, Michael Dibdin.
Il tuo romanzo è ambientato a Delhi e la natura dello stupro della prima vittima ricorda fortemente il caso di stupro di gruppo del 2012. È stato deliberato?
No, non si basava su quegli omicidi, ma sull'odore generale dei venti.
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Pensi che i romanzi polizieschi o quelli sui procedimenti di polizia abbiano bisogno di un commento sociale innato o possano esistere nel vuoto?
Il commento sociale è d'obbligo, a mio avviso. Altrimenti, è solo un gioco di società, virtuosismo autoindulgente. La narrativa poliziesca è una faccenda seria della letteratura tanto quanto, per esempio, Tolstoj o simili.
Quali sono i libri che sei cresciuto leggendo?
Difficile da dire. Tutto, davvero. Wodehouse a Dostoevsky, Steinbeck a Naipaul, Rowling a Mailer, Doris Lessing, Amitav Ghosh, Camus.
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